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Prevista la partenza di 50 tir entro stasera: La protesta si allenta ma resta il disastro nei campi


26-01-2012

Sono partiti nella notte dalla Piana del Sele, i primi tir verso i mercati internazionali. Quintali di ortofrutta al macero, tra quelli già confezionati e quelli rimasti non raccolti nei campi.
I maggiori danni sono stati registrati nel comparto del latte e della IV e V gamma, ovvero per tutti quei prodotti della categoria del fresco lavati e imbustati con un massimo di vita possibile di sei giorni.
Lo sblocco della protesta, è avvenuto a seguito dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio presso la sede di Battipaglia di Confagricoltura Salerno, indetta dal Presidente Rosario Rago con il sindacato Autotrasportatori Uniti (rappresentati da Marcello Rocco), e le più grandi aziende del settore. Si prevede nelle prossime ore, la partenza di circa 50 camion, prima di un’ordinaria ripresa del traffico.
“Oltre al danno, per la mancata vendita dei prodotti, gli agricoltori hanno subito anche la beffa – spiega il Presidente Rago – di vedere i mercati riempiti dall’ortofrutta proveniente dalla Spagna.
I prossimi giorni, saranno impegnativi sia per la ripresa della produzione all’interno delle aziende, sia per lo smaltimento delle consegne invendute e rimaste fuori dalle celle frigorifere”.
Secondo una stima ancora approssimativa, il danno subito è di centinaia di migliaia di euro. Dai dati raccolti da Confagricoltura nel settore della distribuzione, si stima che a livello nazionale, verrà consegnato nei punti vendita della GDO il 40% in meno di prodotti deperibili (come carne, ortofrutta, formaggi) che le aziende non sono riuscite a trasferire sul mercato.
Nel bilancio negativo calcolato al termine della protesta, alle mancate vendite e ai mancati guadagni, vanno sommati anche i costi di smaltimento pesantissimi che le imprese agricole dovranno sostenere, per la distruzione delle produzioni deperite.
Confagricoltura ricorda che nelle aree del Meridione e della Sicilia interessate dai blocchi, mediamente vengono prodotte ogni giorno generi alimentari per un valore di circa 34 milioni di euro, che in gran parte vanno perduti.
La raccolta, la preparazione alla vendita e le forniture sono interrotte da oltre una settimana, determinando, sino ad ora, la perdita di oltre 80 mila giornate di lavoro equivalenti a circa 500 mila di euro di retribuzione.

tratto da: www.salernonotizie.it




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