Il Giorno della Memoria è una ricorrenza in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (maggiormente nota con il suo nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
Noi
Per noi sopravvissuti
è un miracolo ogni giorno
se amiamo, noi amiamo duro
come se la persona amata
potesse scomparire da un momento all’altro
e noi pure.
Per noi sopravvissuti
Il cielo o è molto bello
o è molto brutto, le mezze misure
le sfumature
sono proibite.
Con noi sopravvissuti
bisogna andare cauti
perché un semplice sguardo storto
quello quotidiano va ad aggiungersi ad altri tremendi
e ogni sofferenza
fa parte di una UNICA
che pulsa col nostro sangue.
Noi non siamo gente normale
noi siamo sopravvissuti
per gli altri
Edith Bruck
Biografia

Edith Bruck (Ungheria, 1932) è una scrittrice e poetessa ungherese naturalizzata italiana.
Edith Steinschreiber, nata in Ungheria nel 1932 in una numerosa e poverissima famiglia ebrea che viveva in un piccolo villaggio ai confini dell'Ucraina, dopo l'internamento da bambina in diversi campi di concentramento nazisti (Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen, come racconta nelle sue memorie), persi i genitori a 12 anni, si è sposata tre volte prima dei 20 anni, pellegrinando tra diversi paesi europei, dove ha fatto la ballerina, l'assistente di sartoria, la modella, la cuoca e la direttrice di un salone di bellezza.
Si è poi stabilita per alcuni anni in Israele e poi dal 1954 in Italia dove conosce Montale, Ungaretti, Luzi e diviene amica di Primo Levi, che la sollecita a ricordare la Shoah. A Roma, inizia un lungo sodalizio sentimentale e artistico con il poeta e regista Nelo Risi (che, tra l'altro, ha tratto il film[1] Andremo in città nel 1966, con Geraldine Chaplin e Nino Castelnuovo, tratto dal romanzo omonimo di lei) e inizia a scrivere adottando la lingua italiana.
Ha quindi collaborato con alcuni giornali, come «Il Tempo», «Corriere della Sera» e «Il Messaggero», intervenendo in diverse occasioni intorno ai temi dell'identità ebraica e della politica di Israele.
Si è anche cimentata nella regia, girando il film[2] Improvviso, nel 1979 (storia dell'educazione di un adolescente all'interno di una famiglia cattolica), e più tardi il film[3] per la tv Un altare per la madre (1986), tratto da un romanzo (del 1978) di Ferdinando Camon. Ha anche collaborato alla sceneggiatura del film Fotografando Patrizia (1984) di Salvatore Samperi e girato qualche documentario di viaggio.
Ha tradotto Gyula Illyés, Ruth Feldman, Attila József e Miklós Radnóti, e presentato Reṇukā. Vive a Roma.
Nella sua narrativa, spesso autobiografica, la passione, il dissidio e la perdita diventano causa di improvvise trasformazioni della persona.
Fonte: Wikipedia |