Migliaia di studenti campani, secondo una stima degli organizzatori, oggi sono scesi in strada per la Giornata internazionale degli studenti. A Napoli conclusione in Piazza Plebiscito per il corteo partito da piazza Mancini e nel quale è confluito un secondo corteo partito da Piazza del Gesù.
Ma altre manifestazioni si sono svolte a Salerno, Caserta e Avellino tutte promosse dall'Unione degli studenti. I manifestanti chiedono il ritiro della riforma Gelmini e con vari slogan le dimissioni del Governo Berlusconi. "Non pagheremo i bunga bunga del Governo" dicono gli studenti delle scuole superiori. Ricercatori universitari e docenti precari di varie sigle sindacali hanno partecipato al corteo rivendicando la stabilizzazione di migliaia di persone del mondo della scuola e dell'università. Tema centrale delle rivendicazioni degli studenti è il diritto allo studio che rappresenta, secondo i manifestanti, l'unica strada possibile per riaprire le porte del futuro di una generazione ma anche del paese.
Più di 700 studenti provenienti da tutte le scuole di Salerno, dalla provincia e dall’Università di Fisciano hanno sfilato per Corso Vittorio Emanuele. Libertà dei saperi dalle logiche del profitto, ripubblicizzazione delle Scuole e delle Università - si legge in una nota - contro la deriva privatista di questo Governo, strutture che cadono a pezzi, palestre inesistenti, diritti violati, 90% di tagli ai fondi per le borse di studio universitarie, alloggi per i fuorisede insufficienti, eliminazione dell’abbonamento agevolato per le fasce di reddito più basse sono stati i punti cardine della mobilitazione di oggi.
I motivi della protesta non sono solo stati di verso negativo, ma soprattutto in senso positivo, propositivo. L’AltraRiforma, documento elaborato dall’Unione degli Studenti per la Scuola e da LINK-coordinamento universitario per l’Università, rappresenta la sintesi delle proposte degli studenti per un Istruzione reale, accessibile a tutti, di qualità.
Dall’Altrariforma di scuola e università e dal libero accesso ai saperi parte la nostra vertenza sul futuro. “Siamo precari nei luoghi della formazione e nelle nostre città e sembra che siamo condannati ad una vita precaria. Vogliamo riprenderci il nostro futuro e liberarlo dalle logiche della precarietà. “Non moriremo precari” è stato uno slogan della giornata di oggi.
tratto da: www.salernonotizie.it |