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Regionali: la Campania volta pagina e punta su Caldoro


30-03-2010

Dopo undici anni di centrosinistra la Campania volta pagina e sceglie di affidare a Stefano Caldoro, socialista, l'eredità del dopo Bassolino. Il segretario del Nuovo Psi è il portabandiera del Pdl che ha sconfitto lo sfidante di centrosinistra, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, rispettando i pronostici che nei sondaggi lo hanno sempre visto avanti.
I dati vedono Caldoro avanti di 11 punti: un vantaggio ribadito dalle proiezioni su circà metà del campione (54,5% contro il 43,2% di De Luca).

Caldoro succede ad Antonio Bassolino (Pd), la cui esperienza amministrativa è durata sedici anni e mezzo (oltre sei da sindaco di Napoli e dieci da governatore), e la sua vittoria sancisce la fine di una stagione politica del centrosinistra in Campania fatta di governo e di successi elettorali a ripetizione.

Di tradizione orgogliosamente socialista e riformista, il padre Antonio fu sottosegretario ai Trasporti negli anni '80, Caldoro ha sfruttato l'onda lunga della crisi rifiuti in Campania che un anno fa aveva portato il Pdl alla conquista della Provincia di Napoli, oltre alle divisioni del centrosinistra emerse in maniera evidente nella scelta di candidare De Luca.

A lui il Pd è arrivato tardi, dopo che a lungo il partito di Bersani ha cercato una soluzione unitaria che mettesse assieme i vari spezzoni della sinistra, dopo primarie andate deserte e in un clima di freddezza da parte di Bassolino nei suoi confronti (i due sono storicamente rivali).

De Luca ha tentato la rimonta cavalcando lo slogan 'al di la' dei partitì con una campagna aggressiva, e una Piazza del Plebiscito piena come non si vedeva da tempo a Napoli aveva illuso su una possibile rimonta che invece è stata mortificata dalle urne. Decisivo, infine, l'accordo stretto da Caldoro con l'Udc di De Mita che porta a casa un risultato lusinghiero, intorno al 13%. Dopo la tempesta giudiziaria che lo ha travolto, riparte dalla Campania anche l'Udeur che, stando alle proiezioni, supera l'asticella del 3%.

A Caldoro, già ministro all'Attuazione del Programma nel terzo governo Berlusconi, toccherà mettere la parola fine all'emergenza rifiuti, ripianare il deficit della sanità, occuparsi della deindustrializzazione e delle vertenze di lavoro, a partire dalla crisi della Fiat di Pomigliano, investire in grandi infrastrutture gli ultimi fondi europei a disposizione della Campania. A lui il premier Berlusconi dal palco di San Giovanni, a Roma, ha affidato il compito di "fare una grande rivoluzione in Campania".

Potrà farlo contando sul governo amico che in campagna elettorale lo ha sostenuto con la presenza di molti ministri. "Abbiamo raccolto una grande volontà di cambiamento", le prime parole di Caldoro da neo governatore. "Il voto dimostra che la gente vuole fatti e non più parole. Abbiamo un grande senso di responsabilità - ha proseguito sommerso da amici e compagni di partito, tra cui il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, e mentre sotto il suo quartier generale si continua a far festa con caroselli e botti - per questo da domani mattina saremo già a lavoro".

tratto da: www.salernonotizie.it




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