Gli ultimi due accordi risalgono rispettivamente al 13 e al 29 luglio scorsi e prevedevano, fra l'altro, il pagamento dei salari arretrati da calcolare secondo quanto previsto dai contratti di categoria ed il mantenimento del numero di ore di lavoro per ciacun operatore. Ma quanto concordato fra le parti non viene rispettato. E, per questo, i centoventi dipendenti delle ditte titolari dell'appalto di igiene ambientale delle Poste Italiane Spa di Salerno e di Sala Consilina, sono sul piede di guerra e minacciano lo stato di agitazione. Di essi, cinquanta prestano l'attività di pulizia presso le strutture postali di pertinenza della Direzione provinciale di Salerno, gli altri settanta presso quelle che fanno capo alla Filiale di Sala Consilina. Ne sono delegate rispettivamente Anna La Scala e Patrizia Pifano che, anche a nome dei colleghi di lavoro, manifestano tutta la propria rabbia per la situazione che stanno vivendo dal momento in cui ”le ditte subappaltanti si sono arrogate il diritto di diminuire le ore di lavoro, violando l'art. 4 del Contratto Nazionale di Lavoro, secondo il quale la ditta subentrante deve operare nel rispetto delle stesse condizioni di quella precedente”. E, come se non bastasse, non vengono neppure pagati gli arretrati. «È dal 1990 che abbiamo sempre lavorato nelle imprese di pulizia -afferma Anna La Scala- e sappiamo bene che per ogni appalto, per ogni nuova gara, la legge prevede l'obbligo, per la ditta che vince l'appalto, della riassunzione degli operai con le stesse condizioni: monte ore e salario». Le quattro imprese di pulizia (la Pulim 2000, la Deternova, entrambe di Battipaglia, la Escoprint di Napoli e la Lucana Servizi) che sono subentrate al Consorzio CPM, vincitore dell'appalto, «hanno invece -sostengono le due delegate- modificato il monte orario e diminuito i salari, e tutto questo in modo illegale. Senza contare che sono di più gli spazi da pulire, di meno le ore a disposizione per le attività di pulizia (da 40 sono scese a 24) e c'è un taglio medio di circa 200 euro sul salario. Una situazione, a loro dire, davvero assurda, per la quale si profila lo stato di agitazione. Intanto della vicenda è stata investita anche Poste Italiane.
GIUSEPPE LAPADULA
tratto da: www.ilmattino.it |