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Campania: rifiuti tossici per fertilizzanti, 38 arresti


05-07-2007

Sette milioni e mezzo di euro di profitti illeciti, 38 provvedimenti di fermo, 4 aziende, 1 terreno e 37 autoarticolati sequestrati. Sono i numeri dell'operazione "Cernobyl" coordinata dal pm della procura di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie, ed eseguita dai carabinieri del Gruppo per la tutela dell'ambiente e dai comandi provinciali della Campania. Le persone coinvolte sono accusate di avere organizzato una associazione criminale dedita all'illecito smaltimento di rifiuti; in particolare, fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane provenienti dagli impianti di depurazione ubicati ed operanti nella provincia di Napoli e di Caserta. In pratica smaltivano i fanghi prodotti dal trattamento delle acque biologiche industriali e quindi pericolosi, su terreni agricoli. I reati sono stati monitorati dal maggio 2006 al maggio di quest'anno. Le quattro aziende coinvolte sono: la So.ri.eco srl di Castel Nuovo di Conza, Fra.ma. sas di Ceppaloni, Agizza srl di Napoli e Naturambiente di Castel Volturno.Il giro di affari messo assieme dalle quattro aziende è stimato in circa 7,5 milioni di euro, comprensivi di evasione della ecotassa.

«È una delle più grandi operazioni contro lo smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi» ha commentato lo stesso pm Ceglie durante una conferenza stampa. L'indagine è il proseguimento di altre analoghe operazioni ("madre terra 1" e "madre terra 2") di qualche anno fa, dove venne accertato che alcune aziende invece di ricavare dai fanghi prodotti dai depuratori un compost di qualità da reimpiegare in agricoltura, li smaltivano in modo illegale. Un'attività molto inquinante come ha verificato l'Arpac esaminando i campioni di fango. In pratica si trattava di rifiuti speciali pericolosi e non di fertilizzante. I rifiuti pericolosi, venivano poi sversati e mescolati in profondità nei terreni di ignari contadini (ma a volte anche conniventi perché ad alcuni sono state corrisposte somme di danaro). In altri casi alcuni proprietari di fondi sono stati tratti in inganno per via di un parere del settore ecologia della Provincia di Salerno. Rifiuti pericolosi sono stati sversati anche nel fiume Sabato, affluente del Volturno, o in buche realizzate in seguito a lavori pubblici.

E ciò è avvenuto in molte zone della Campania e anche in provincia di Foggia. Tra le sostanze più inquinanti c'era il cromo esavalente che penetrava nelle falde acquifere. Falde che a loro volta venivano utilizzate per annaffiare i prodotti agricoli. Gli indagati avevano cercato anche di coinvolgere la Coldiretti in questa loro attività illecita, per avallare gli smaltimenti illegali. «Mai nome più appropriato per un'operazione ambientale poteva essere coniato - ha commentato, Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - la nostra Regione è la vera Cernobyl italiana, dove in tre anni sono stati smaltiti circa 15 milioni di tonnellate di veleni. Da tempo il tumore è stato diagnosticato, localizzato geograficamente, il tempo della denuncia è scaduto, finito. Verrà mai il giorno del dire Basta!! Ci costituiremo parte civile - ha detto ancora Buonuomo - ma con amarezza dobbiamo evidenziare che nel nostro paese non si ha ancora la percezione della gravità di questi fenomeni. Le istituzioni pensano ancora che sia più grave il delitto, la rapina, lo scippo. Nella Campania avvelenata lo Stato deve diventare credibile».




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