Con un intervento normativo specifico il Governo Italiano intende esercitare il potere di adottare disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi del 7 settembre 2012, n. 155 e 156, relativi alla nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, nonché alla soppressione di uffici di giudici di pace nel contesto della revisione delle circoscrizioni giudiziarie. L’intervento correttivo riguarda sia il decreto legislativo che ha realizzato una nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero sia l’ulteriore decreto che ha realizzato la revisione degli uffici dei giudici di pace. Lo annuncia il Ministero della Giustizia mentre è stata definita dall’associazione nazionale magistrati una riforma “deludente” al cui interno ci sono “norme punitive” frutto in parte di “logiche del passato”, il premier Matteo Renzi afferma che andrà avanti nonostante i pareri contrari. In questa bagarre cresce l’attesa nel Vallo di Diano. Tanta e comprensibile attesa nei confronti della pronuncia sui decreti correttivi, sulla legge cioè andata in vigore a settembre scorso, inerente proprio quella revisione delle circoscrizioni giudiziarie, con la quale ai fini del risparmio di spesa pubblica la cosiddetta spending review, sono stati soppressi diversi tribunali italiani considerati minori per organico e mole di lavoro. A Sala Consilina in Campania è toccato l’accorpamento con Lagonegro in Basilicata con afferente diversa Corte d’Appello. Una situazione di palese disagio lamentata e denunciata da oltre un anno che, però è stata definitivamente divulgata solo in occasione degli ultimi momenti drammatici quando cioè attraverso le telecamere di Rai News24, il disagio dello strappo subito dal territorio è stato denunciato e documentato con dovizia di particolari. Il giornalista Alfredo Di Giovampaolo, giunto sul posto, con due diverse dirette ha raccolto in quella occasione i commenti e i malumori infuocati degli amministratori del luogo e della gente comune che con tutti i mezzi possibili urlava a squarciagola il torto che stava subendo e intanto moltissimi telespettatori potevano farsi un’idea del perché della protesta così accesa in un territorio finito suo malgrado sotto i riflettori. Poi a distanza di qualche ora la risposta del Governo è stata categorica: il tribunale che, ha dato i natali all’assai noto giurista Alfredo De Marsico, andava soppresso. Senza diritto di replica. Da quel giorno il Vallo di Diano continua ancora a sperare nel ripristino del tribunale salese e coi denti e con la diplomazia, assemblee pubbliche, solleciti documenti congiunti e diverse missive sta cercando in queste ore di strappare un ultimo e decisivo sì al Ministro Andrea Orlando per varcare finalmente e di nuovo la soglia del palazzo di giustizia salese.
Antonella Citro
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