L'unicità dell'evento Shoah rispetto a tutti gli altri numerosi casi di sterminio di massa (anche recenti) viene sostenuta in vari e diversi modi; si tratta di un complesso di elementi che presi nel loro insieme vanno a disegnare un evento eccezionalmente grave che è stato negli ultimi anni assunto come punto di riferimento ineludibile di riflessione etica sul peso della storia che ci portiamo alle spalle. La memoria è un grande strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente. Il minacciato “scontro di civiltà” dimostrano che l’odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato sogno di incubi; e allora, alle nostre menti si affaccia la domanda angosciata: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così? La risposta implicita che abbiamo dato a questa domanda fino a questo momento era di concludere che la Shoah fosse stata a tal punto mostruosa da risultare incomprensibile con i comuni strumenti della mente umana, che fosse stata, in una parola, “follia”, sia pure follia criminale: follia degli uomini, follia di un intero popolo. E, come tale, almeno per coloro che credono nella razionalità di fondo dello spirito umano, irripetibile. La memoria non è, infatti, un supporto magnetico cui attingere dati ma è una funzione attiva della nostra mente, che sa in partenza a quale tipo di dati rivolgere la propria attenzione e quali, invece, trascurare; che sa in partenza quali sono i problemi che deve affrontare e, spesso, ha già formulato, se non proprio un giudizio definitivo, almeno delle ipotesi di risposta; e cerca “nella memoria” quei dati che possono confermare o respingere il giudizio stesso. Possiamo indicare dei “valori” che sono in realtà giudizi dei quali siamo già forniti a priori e che orientano il nostro modo di scavare in profondità nella memoria. Il primo dei nostri valori si chiama civiltà ed esso significa il procedere del consorzio umano dalla legge del trionfo del più forte a quella del supporto per i più deboli, dalla soppressione del rivale o di quello che si ritiene possa soltanto chiedere alla società senza nulla dare, al principio della solidarietà. Il secondo valore significa valorizzare la varietà umana, la ricchezza delle “altre” culture, delle altre lingue, delle altre Fedi. Esso significa la libera circolazione delle idee, senza opporvi ostacoli, neppure economici. Il terzo valore, infine, indica il dialogo, il confronto, la trattativa, come unici strumenti che possono risolvere i contenziosi umani, proibendo, come reato, qualsiasi ricorso alla violenza. “Memoria” significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta degli eroi sui campi di battaglia quanto gli esempi di solidarietà e di cooperazione; esempi forse rimasti nell’ombra ma non per questo meno rilevanti. E’ questa infine quella Memoria che può diventare uno strumento di fiducia nel domani. Il Circolo SEL Sassano “Sandro Pertini”, crede vivamente che ricordare possa far riflettere su come evitare che si ripetano tali errori auspicando in un futuro migliore.
Circolo SEL Sassano “Sandro Pertini”
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