La popolazione femminile delle aree interne del Vallo di Diano supera la popolazione maschile in ordine all’uso di psicofarmaci, e i motivi principali sono legati soprattutto al concetto di benessere e alla diminuita resistenza verso qualunque sofferenza, nonché allo stress psicologico. E’ uno dei dati più interessanti emersi da una ricerca condotta dallo Sportello Donna "A misura di donna", avviato dal comune di San Pietro al Tanagro, grazie all’interessamento dell’assessore al ramo, Giusy Salerno, e dalla cooperativa "Iskra". Lo sportello si avvale anche dell’apporto del parroco del comune valdianese, don Franco Maltempo. La ricerca ha sottoposto una serie di domande a 37 medici e 21 farmacisti. Dalle loro risposte risulta che nell’insieme dei cittadini che fanno uso di psicofarmaci nel Diano, il 59% circa è rappresentato da popolazione femminile e il 41% da popolazione maschile. La fascia di etá che più utilizza i psicofarmaci è quella compresa tra i 41 e i 60 anni, seguita a ruota dalla fascia tra i 21 e i 40 anni. I motivi di tale uso sono legati a fattori sociali e psicologici, nel senso che, non essendovi disponibilitá alla sofferenza si richiede troppo rapidamente e facilmente l’uso dei farmaci. Altro motivo è rappresentato dalle eccessive pretese da parte della societá. Il 52% della clientela, però, secondo quanto risposto dai farmacisti, è scarsamente informata sugli effetti collaterali. Alla domanda "se i problemi sanitari e sociali legati al consumo di psicofarmaci nel Vallo di Diano sono gravi" i medici hanno dato una risposta positiva al 51% e i farmacisti al 31%. Per quanto riguarda gli interventi per superare le difficoltá, sia medici che farmacisti ritengono indispensabile il trattamento integrato tra farmaci e terapia medica. Insomma l’uso degli psicofarmaci non è risolutivo per una situazione di disagio nella vita sociale e familiare che emerge soprattutto per le donne. Infine se il paziente necessita di psicofarmaci, il 48% dei medici lo invia da uno specialista. (s.m.) |