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Sanza. La prima manifestazione enogastronomica "Per le vie di San Martino".Un’idea nuova per i prodotti tipici


13-11-2007

Sanza .A cura dell’Associazione “Rosa canina” è stata organizzata la Prima manifestazione enogastronomica “… Per le vie di San Martino”, che ha visto animarsi, nonostante il freddo, le stradine del caratteristico centro storico di Sanza nei giorni 9, 10 e 11 novembre. Vi hanno partecipato standisti di quattro regioni italiane ,Campania, Basilicata, Calabria e Molise, che hanno fatto conoscere alcuni prodotti tipici: i peperoni di Senise, il miele di Roccagloriosa, il cedro di Santa Maria del cedro e dolci tipici di Diamante, prodotti caseari e liguori di Sassano, il famoso Amaro Penna e vari altri, tra i quali i prodotti tipici di Sanza,(vino, olio e pane.
 Sabato 10 si è svolto il convegno sul tema “Il Sud si incontra tra sapori, profumi, cultura e turismo”. Dopo i saluti del sindaco Avv. Antonio Peluso, l’agrotecnica Giuseppa Spinosa, presidente dell’associazione “Rosa Canina”, ha messo in evidenza la posizione strategica di Sanza tra mare e montagna, per offrire nel clima autunnale di San Martino sapori e profumi del borgo evocato dal Carducci. Lo scopo è quello di far conoscere prodotti tipici locali ignorati dalla grande distribuzione, che possono essere motivi di attrazione turistica all’insegna del buon gusto, proponendo la cosiddetta “canestra” a ricordo dell’usanza campagnola di portare i viveri durante i lavori di raccolto.
Il botanico dott. Nicola di Novella  di Sassano ha proiettato immagini stupende del Cervati e del Vallo di Diano, luoghi di assordante silenzio, ricchi di essenze e profumi da sempre e, purtroppo, ancora poco noti ai più. Egli ha proposto di inserire nel pacchetto turistico l’affascinante visione della montagna e dei suoi tesori floristici, magari in un progetto specifico da denominare Parco del Cervati.
Il prof. Giuseppe Colitti, ricercatore di memorie orali e Presidente del Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano ‘’Pietro La Veglia’’, ha fatto rilevare che il Vallo di Diano soffre della mancata consapevolezza collettiva di aver perso tanti dei suoi prodotti tipici che prima raggiungevano mercati ben al di là dei monti: di fronte a un’agricoltura ridotta al lumicino c’è da essere sempre più scettici, ma non rassegnati, perché il recupero dei prodotti tipici autoctoni è l’unica prospettiva di ripresa, facendo la scelta della qualità, avendo ormai perduto la corsa alla quantità, senza contare il valore salutistico e il valore aggiunto al turismo. Ma attenzione ai rifiuti tossici, da monitorare sistematicamente, se si vuol dare credibilità alla proposta di prodotti tipici locali.
 Il prof. Franco Stabile, Dirigente dell’Istituto Alberghiero di Sant’Arsenio, ha suggerito di fare, tutti insieme, politici, scuola e cittadini, uno sforzo in più per la crescita turistica del Vallo di Diano, mettendo in rete tutte le risorse di cui largamente dispone. Concetto ribadito da Giovanni Cancellaro, vicepresidente del neonato consorzio “Certosa Mare”.
Il Dott.  Vittorio Esposito, presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano, ha richiamato i tanti corposi finanziamenti coi fondi strutturali europei che hanno consentito al territorio di crescere notevolmente sotto il profilo della ricettività turistica. Ora, ha sostenuto anche lui, bisogna rimboccarsi le maniche per unire tutte le risorse disponibili sul territorio, anche per far fronte all’esodo delle energie giovanili. 
PIETRO CUSATI
pietrocusati@tiscali.it



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